“[…] “UnLost Territories” che è come dire territori “non” perduti: territori cui far riguadagnare centralità e da cui in qualche misura bisogna anche imparare.”
Dal catalogo del MAAM: "Imparare da Metropoliz UnLost territories ovvero il centro è dove è l'azione", di Antonino Saggio;
Sembra una contraddizione: imparare dal perduto.
Eppure, scavando nel residuo che quest’ultimo conserva possono trovarsi infinite opportunità. Innanzitutto, una cosa perduta è una cosa che è stata, un’idea che ha assunto una forma, una funzione e un determinato rapporto di subordinazione fra le due, un battito di vita quotidiana e una specifica collocazione temporale.
Tutto questo permane sotto lo strato di superficialità e incuria che ne hanno ipotecato una deriva relazionale. La pulizia di tale patina consentirebbe di apprendere la lezione originale che un territorio porta con sé: memoria, spazio, vuoto, pieno e tutte le virtù che ne caratterizzano l’essenza, in rapporto con il mutamento del contesto.
Recuperando la sostanza di un luogo ne ridisegneremmo lo status, annullando il vincolo di perdizione assunto tramutandolo in una nuova opportunità da mettere al centro.
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